Firenze CapoNord in sella ad un Cinquantino

IL DIARIO DI BORDO

…ci ho pensato un po ed alla fine ho deciso di pubblicare il riassunto della mia avventura con il mio Aprilia Rally alla volta di una delle mete più gettonate dai motociclisti.
Mettetevi comodi e prendetevi il tempo necessario per leggere di questo mio improbabile viaggio.

A Giugno del 2023 in sella al mio Aprilia Rally, seguendo la traccia organizzata da RaidTribe.com intervallata da checkpoint, sono partito da Firenze il 3 Giugno ed ho raggiunto CapoNord!!!
Insieme ad un altro compagno di altre avventure (Matteo Cavicchioni) ho partecipato come “Team Lentamente”.
Alla partenza, come nel 2020, nel casco mi sono ripetuto la stessa frase della mia prima Rally dimenticandomi, fortunatamente per breve tempo, che “il viaggio non è la meta” …

All’evento hanno partecipato una cinquantina di mezzi con cilindrate che andavano dai 50cc ai 200cc. Il primo giorno, essendo partiti tutti insieme, è stato facile lungo la strada incrociare altri partecipanti e pranzare assieme a loro; già dopo il secondo giorno il gruppo ha iniziato ad “allungarsi” a causa delle diverse velocità sostenute e beccare altri partecipanti in certi momenti sul percorso è diventata cosa rara.

La prima sera l’abbiamo passata qualche km prima di Merano, il secondo giorno, percorrendo bellissime strade in Austria siamo riusciti a raggiungere la Germania, quindi, Monaco (primo Checkpoint) dove abbiamo anche avuto modo di farci raggiungere da altri riders e cenare in compagnia.

Qualcuno cantava “se prima eravamo in due a ballare l’hully gully”… “adesso siamo in tre ad andare a CapoNord !!!” e così dal terzo giorno si è unito al Team Lentamente Paolo Piva con la sua bellissima (l’aggettivo è riduttivo) vespa Rally 200 del 1972.
Leggendo i diversi forum sui viaggi verso Capo Nord mi ero immaginato la Germania come una noia tra un rettilineo e un altro invece la traccia da seguire, disegnata appositamente per non dover guidare su strade vietate ai ciclomotori, è diventata presto una montagna russa.

Con Paolo, “i Mattei” sono in perfetta armonia; le strade sono molto divertenti per i cinquantini di Matteo & Matteo ed anche le velocità risultano essere perfette nonostante i mezzi di diverse cilindrate.

Si passa dalla Germania alla Repubblica Ceca, quindi si rientra in Germania e, credetemi, è incredibile come nel guardare i diversi paesaggi siano palesi le diverse condizioni di vita degli abitanti dei vari paesi.
Tra il primo e l’ultimo partecipante alla NordKapp ora ci sono più di 400 Km !!! E per la prima volta, al terzo giorno, siamo costretti ad una cena di fortuna a base di Kebab ed un alloggio inaspettatamente “caratteristico” a Burgstädt.

Eccoci al quarto giorno, oggi si va a Berlino!!!
La pioggia che nei giorni precedenti ci ha sempre inseguito senza (quasi) mai raggiungerci ora l’abbiamo sopra la testa. Riusciamo a seminarla dopo 100 Km guidati con estrema attenzione…

Già da Monaco “abbiamo preso l’anda” di fare soste più prolungate nelle quali abbiamo modo di riposarci e farci quattro risate intervallate dai curiosi che, vedendo i mezzi con targhe e bandiere italiane, ci chiedono dove stiamo andando e ci guardano con gli occhi strabuzzanti quando raccontiamo l’avventura che stiamo intraprendendo.

E così d’un tratto eccoci nella capitale sotto l’arco di Brandeburgo (checkpoint) dove, anche qui, tanti curiosi chiedono cosa stiamo facendo e dove addirittura alcuni turisti ci chiedono di poter fare foto accanto ai nostri mezzi. Neanche il tempo di mangiarci un buon Currywurst che si riparte alla volta di Rostock dove abbiamo intenzione di prendere il traghetto la sera per essere già l’indomani in Svezia. La strada per arrivare al porto è bella ma il manto stradale mette veramente a dura prova i mezzi, le braccia ed i nostri fondoschiena.

Sul traghetto improvvisiamo dove dormire: Paolo trova ospitalità nella cabina di un altro rider che incontriamo al porto (Serafino) che ha una cabina per due, io e Matteo dove riusciamo.
Sarebbe stato bello dire “dopo una notte passata all’insegna del riposo” invece trovo più adeguato dire “dopo una notte passata come se avessi dormito in una centrifuga” la mattina siamo svegli e pronti (più o meno) per iniziare ad attraversare la Svezia partendo da Trellerborg.
Facciamo i primi km del quinto giorno accompagnati da Bruno Sansone e Claudio Alberoni che “corrono” con due vespe PX 150 e 125.

Già da qualche giorno, ogni tanto, dovevamo gonfiare la gomma anteriore di Matteo C. utilizzando un compressore portatile che avevo con me: decidiamo di fermarci al primo gommista per risolvere. Bruno e Claudio ci salutano avendo loro programmato esattamente quanti km percorrere ogni giorno con relative tempistiche.
se prima eravamo in 5 a ballare …. ora siamo di nuovo in 3 ad andare a CapoNord
Capirò meglio nei prossimi giorni che il popolo svedese non è tra i più accoglienti. Il gommista dove siamo capitati, guardando il motorino di Matteo, prova a “tirarsi indietro” dicendo di non essere sicuro di avere gli attrezzi giusti per smontare il necessario (sei un gommista o sbaglio?).

Eh, ma noi siamo italiani: la nostra praticità e la nostra inventiva unite alle capacità dello svedese e a 40€ smontiamo (io e Matteo) la ruota, cambiamo la camera d’aria e siamo pronti per ripartire.
Ci raggiunge nel frattempo Serafino con la sua Vespa PXE 125 e decide di unirsi al gruppo (adesso siamo di nuovo in 4 a ballare….) .

Percorriamo stradine immerse nelle foreste svedesi, ricominciano le montagne russe ma sul più bello la vespa di Serafino si imbizzarrisce e ad una curva, come dire, “non curva” Serafino cade nell’unico punto “morbido”. La vespa ha qualche danno e purtroppo anche il pilota (nulla di grave) per il quale l’avventura finisce qua, costretto a tornare a casa.
Vista la dinamica della caduta pensiamo comunque che siamo stati fortunati.

Il sesto giorno proseguiamo al mattino su strade divertenti, come quello precedente, intervallate da qualche lungo rettilineo: l’unica novità è che la pipetta di Matteo C. ogni tanto decide di staccarsi dalla candela. Un giro di fascette ed è tutto come nuovo. Nulla ci ferma e raggiungiamo Stoccolma per scoprire che le indicazioni del Checkpoint numero 3 che avevamo erano inesatte.

Mentre cerchiamo le coordinate giuste del Checkpoint, Bruno e Claudio ci avvisano che si sono appena imbarcati e che i posti disponibili sono pochi. “Voliamo” al Checkpoint 3 e subito di corsa alla nave che ci porterà a Turku in Finlandia. Finalmente una nave (da crociera), una cabina e 11 ore di viaggio ci consentiranno di cenare e dormire comodamente. A bordo ci ricongiungiamo con Bruno e Claudio.
Il mattino dopo (Giorno 7) sbarcati a Turku, la priorità assoluta è trovare un locale dove fare colazione. Troviamo una specie di bar\pasticceria, Bruno dà indicazioni su come fare un espresso almeno decente al commesso che resta stupito di dover fermare la macchina del caffè a meno di un quarto della tazzina.
I paesaggi finlandesi sono diversi da quelli svedesi, le temperature calano lievemente e gli spazi diventano molto più ampi. Il divertimento di alcune strade percorse nei giorni scorsi sono solo un ricordo. I paesaggi sono belli ma, dopo ore in sella con il manubrio quasi immobile, la monotonia prende il sopravvento.
In tarda mattinata ci fermiamo: è giunto il momento di mostrare a tutti una “sorpresa”:

Matteo C. tira fuori dal cilindro una Moka, un fornelletto da campo e del buon caffè di marca italiana. Claudio e Bruno sfoggiano le loro abilità nel preparare un caffè veramente buono …credetemi: un ottimo caffè (finalmente !!!)
Verso l’ora di pranzo notiamo che il Malaguti Centro gira “toppo alto” e forse la velocità di punta è calata.
Decidiamo di smontare la trasmissione e di sostituire la cinghia che è effettivamente usurata.

La sosta ci tiene fermi un’oretta, Bruno e Claudio decidono di proseguire da soli.
Si riparte e si va come dei “treni” fino all’ora di cena dove ci fermiamo a mangiare una pizza a Lehtimäki (ho mangiato pizze peggiori in Italia).
La stanchezza, il cambio di fuso orario (ce ne siamo accorti a mattinata inoltrata) ed il sole che ormai rimane in cielo, non ci fa rendere conto che dopo una certa ora in nord Europa risulta complesso trovare un alloggio.
L’idea sarebbe stata quella di dormire dalle parti del locale della cena: le ricerche di un alloggio ci spingono ad arrivare prima fino a Veteli (90Km oltre Lehtimäki) dove troviamo un albergo senza receptionist ma aperto (si poteva girare per i corridoi delle stanze … nc), quindi troviamo una sistemazione (ottima) a Tastula (ulteriori 17 Km) dove arrivando troviamo parcheggiate le Vespe di Bruno e Claudio (che stanno dormendo, sono le 23.00) .

Il Giorno 8 non inizia nel migliore dei modi:
dopo qualche Km dalla partenza il mio Rally decide di funzionare male: il motore sale tanto di giri ma la velocità resta molto bassa. Dopo un centinaio di km, in pieno rettilineo “cambia qualcosa” , la trasmissione si blocca con un rapporto lunghissimo: in quello stato percorro qualche decina di km quando sono costretto a fermarmi: c’è un guasto.

Smonto la trasmissione e con stupore ed orrore scopro che si è rotto il piattello del variatore. Rapidamente faccio alcune considerazioni:

mai visto un guasto del genere su uno scooter
-sono stato fortunato che i pezzi del variatore non sono andati in giro a tritare il resto della trasmissione
è l’unico ricambio che non ho !!!! Mi ero portato di tutto con me, anche un albero motore, ma un piattello di ricambio proprio no!!!!
Matteo C. prima di partire aveva preso “cose a caso” nei ricambi in suo possesso: gli chiedo di vedere che cosa avesse ed “esce” un variatore originale Minarelli. Grazie Matteo!!!! Di certo quello non è il pezzo ideale per la mia trasmissione che era “elaborata” ma quantomeno è abbastanza compatibile e ci permette di ripartire. Si cammina ma il mio Rally va malissimo, appena c’è un cenno di salita “non va”: decidiamo di fare tappa a Oulu dove è presente un grande rivenditore di ricambi per moto ma è sabato e qui chiude tutto alle 15:00. Corriamo ed arriviamo poco prima della chiusura. Ovviamente nel negozio “non hanno idea” di cosa sia un motore Minarelli, figuriamoci un variatore TPR per il mio mezzo. Hanno però (non si capisce come) delle massette compatibili: decido di prenderne diverse serie. Spieghiamo l’avventura che stiamo facendo ed in men che non si dica ci ritroviamo fuori dal negozio in posa con gli scooter a farci fotografare dai commessi.

Il viaggio prosegue fino ad arrivare a Ranua dove provo a migliorare la trasmissione con i pezzi che ho trovato. Qui abbiamo modo di osservare un bellissimo cielo a mezzanotte con il sole che accenna solo per un attimo a scendere regalandoci un paesaggio mozzafiato.

Giorno 9 , le strade continuano ad essere lunghi rettilinei contornati da foreste, fortunatamente ogni tanto spunta qualche alce così da rendere i paesaggi suggestivi oltre ad obbligarci a rimanere sempre attenti per evitare di beccarne qualcuna (sono così abituate alle strade che anche il rumore dei nostri mezzi non le disturba minimamente). Iniziamo a renderci conto che stiamo viaggiando troppo velocemente e che con il ritmo tenuto fino ad oggi si arriverebbe prima della finestra di arrivo indicata dagli organizzatori di RaidTribe.

Arriviamo a Rovaniemi dove incontriamo lo staff di RaidTribe che approfitterà del momento per farci qualche foto e seguirci per qualche km dopo la nostra ripartenza.
Qui una visita a Babbo Natale è d’obbligo (con tanto di intervista), come ormai è diventato “obbligatorio” il momento caffè fatto con la Moka.

Inutile dire che trovare un Team di italiani così strampalato che si fa un caffè nel parcheggio del villaggio di Babbo Natale non è cosa di tutti i giorni, per cui le fotografie dei turisti non si contano più e ci sentiamo ormai dei Vip.
Decidiamo di ripartire e di darci come limite giornaliero quota 300Km (i giorni prima abbiamo percorso una media di poco più di 400 Km al giorno).

Arriviamo a Tankavaara dove troviamo “i resti” di una vecchia miniera d’oro ora convertita in struttura ricettiva per i turisti che passano da quelle parti.
Dopo un’ottima cena a base di carne d’alce passiamo diverse ore a sparare “cavolate” ed apprezzando come il gruppo si stia unendo sempre più.
Ed è qui che capisco come Claudio e Bruno avevano pianificato il viaggio al millimetro, decidendo a priori anche le tappe per i rifornimenti. Per loro la distanza verso la meta non si misura in “km mancanti” ma in “distributori di benzina mancanti”. Ecco perché scalpitavano sempre ad ogni sosta prolungata: fantastici!!!
L’alloggio è piuttosto rustico ma nonostante tutto riusciamo a rilassarci in modo da essere pronti e riposati il giorno dopo.
Il decimo giorno inizia con il cielo che minaccia pioggia. Il Rally con le modifiche funziona meglio ma il problema delle salite continua a esserci, seppur meno marcato. Decido di smontare nuovamente la trasmissione per cercare di migliorare il setup il più possibile.
Da ora in avanti decido di non toccare più lo scooter, “come va … va”. Ho sempre il problema, ora molto meno marcato, che se in salita scendo sotto i 35 Km/h il motore si “imballa sotto coppia” mentre adesso almeno in pianura, va tutto bene.
Sentiamo avvicinarsi la meta, decidiamo di diminuire ancora i km da percorrere al giorno: la meta di oggi sarà Skoganvarri.

La strada per raggiungere la tappa giornaliera pare la Route 66: chilometri e chilometri di rettilinei che “salgono e scendono” per le colline, tanta foresta, pochissimi distributori di benzina (per fortuna siamo preparati). Solo un ristorante a metà dove, forse complice l’orario, siamo solo noi a mangiare.
Ci farà compagnia il vento che, al termine della giornata, definiremo “fastidioso” senza immaginare cosa avremmo trovato il giorno dopo (spoiler).

Superiamo la frontiera (ora siamo in Norvegia) e la sera raggiungiamo un villaggio\camping a Skoganvarri dove trovo l’occasione per lavare un po’ di vestiti e biancheria sporca. La cena viene preparata dalla proprietaria (credo) del campeggio\villaggio: una zuppa di salmone veramente ottima!!! In ogni caso, forse la stanchezza accumulata, anche questa volta mi faccio un’ottima dormita con il pensiero che mancano solo 200 Km all’arrivo.
Giorno 11 , è il giorno dell’arrivo a CapoNord !!!
I primi 50 Km scorrono lisci come l’olio poi…. “Al mio segnale scatenate l’inferno

Incontriamo raffiche di vento oltre i 70 Km/h che in certi momenti ci costringono a fermarci e “quasi sdraiare” i nostri mezzi per non venire portati via.
Procediamo con cautela per diversi km ma, nonostante le attenzioni, una raffica di vento (forse complice anche il sorpasso subito da una macchina) spinge me ed il mio Rally fuori strada con il ghiaino che farà il resto. Il rally si pianta nella ghiaia ed io faccio un paio di capriole (solo tanto scenografiche, non mi sono fatto neanche un graffio).

I miei compagni si accorgono della mia caduta e dopo aver messo “sotto vento” i mezzi mi vengono a raccogliere. Il manubrio del rally è molto storto ma non c’è modo di fermarsi per fare una riparazione. Procediamo lentamente, riceviamo da un abitante del posto il consiglio di tornare indietro, oggi è impossibile proseguire. Nel frattempo giunge però la notizia che Salvatore V. è arrivato a CapoNord (è il primo): non possiamo fermarci!!!.

Dopo poco compare un miraggio: una galleria, la mia salvezza!!! Ci fermiamo in una piazzola in galleria dove ho modo di smontare comodamente il controscudo e sistemare il manubrio. Il viaggio da qui in avanti sarà, almeno per me, un patimento a causa del vento fortissimo.

Si procede lentamente e all’ora di pranzo raggiungiamo Honningsvåg che sarà poi la nostra base fino alla ripartenza in Italia due giorni dopo. Le previsioni dicono che il vento peggiorerà tra qualche ora per poi diminuire due giorni dopo, a CapoNord mancano 30 Km!!!

Il sottoscritto e qualcuno del gruppo decide di lasciare parte dei bagagli in albergo, quindi si parte per gli ultimi km… con il vento , in salita (ricordate il problemino del mio scooter ?) 30 Km veramente duri, percorsi in un’ora.
Ultimi metri, vedo l’ingresso, vedo il centro di accoglienza, vedo il globo, il Rally è cotto …. SONO ARRIVATO A CAPONORD!!!
Ed è qui che le emozioni si liberano, inizio ad urlare dentro il casco, sono felice, piango, abbraccio i miei compagni i viaggi, ce l’ho fatta!!!
Gli ultimi km mi hanno messo veramente alla prova, la stanchezza ora la sento tutta ma sono appagato. Ricevo diverse telefonate di chi, da casa, mi ha seguito metro per metro ed hanno quasi vissuto con me il mio arrivo, anzi, l’arrivo di questo fantastico gruppo.

Sono a CapoNord, sono felice e non penso che dovrò fare ulteriori 30Km in piena tormenta di vento per tornare in albergo a Honningsvåg.
Noto “con piacere” che di tutti i partecipanti i primi ad arrivare, alla fine, sono stati proprio quelli con i cinquantini– Siamo stati stoici (peccato solo che il primo abbia deciso di viaggiare in solitaria).
Il giorno successivo arriveranno a Honningsvåg ulteriori riders ma il vento rende troppo pericoloso raggiungere l’ultimo checkpoint. I nostri compagni di ventura dovranno aspettare altre 24 ore per poter raggiungere la meta.

Mentre loro raggiungono il globo io, Matteo C., Bruno e Claudio carichiamo i mezzi sul camion che li riporterà in Italia. Salutiamo Paolo che, invece, ha deciso di fare parte del ritorno in sella alla sua bellissima Vespa (fino a Rovaniemi e poi con un treno\furgone), quindi prendiamo il pullman che ci porterà ad Alta da cui partiremo con l’aereo.

Veniamo però ad alcune considerazioni rispondendo ad alcune domande che spesso mi hanno fatto:
• Perchè andare a CapoNord con un veicolo del genere?
Sicuramente ci sono mezzi più adeguati che avrebbero potuto rendere il viaggio più facile. Non sono masochista, volevo solo dimostrare, in primis ai miei ragazzi\figli, che anche se il mezzo è inadeguato alla fine con tenacia e preparazione si può arrivare dove si vuole. Magari ci si impiega più tempo, magari si arriva con il fisico più provato, ma si può. Ovvio che questo concetto funziona entro certi limiti: lungo il percorso ho conosciuto “pazzi” che andavano a CapoNord in bicicletta: questo per me sarebbe ovviamente impossibile.

Ho preparato il mio mezzo come ho potuto, mi sono preparato a fare in strada le riparazioni principali, quando ho avuto difficoltà ho ragionato e cercato la soluzione migliore per poter proseguire lo stesso. Non avessi avuto in prestito il variatore di Matteo C. avrei fatto un acquisto del ricambio online (il tempo lo avrei avuto). Sono caduto e mi sono rialzato, in certi momenti ho avuto dubbi e paure, sapevo che avrei trovato le difficoltà ma è stato stimolante poterle affrontare e superare.

• Ti è piaciuto CapoNord ?
Nel momento in cui sono arrivato mi è sembrato di avere davanti qualcosa di fantastico, la meta più bella che abbia mai raggiunto.
In realtà, ragionandoci ora a “mente fredda”, rispondendo alla domanda …. NO, non mi è piaciuto.
Bello il centro, bello il Globo (con foto annessa) ma alla fine ho visto cose molto più belle e vissuto momenti migliori durante il viaggio (forse complice il maltempo all’arrivo).

• Quindi cosa ti è piaciuto?
Il viaggio è stato fantastico, ho avuto modo di incontrare persone meravigliose con il quale sono stato molto bene, in particolare modo ho scoperto in Paolo una persona degna di stima molto interessante da ascoltare nei suoi racconti (del resto del gruppo era quello con più esperienze di vita). Ho imparato a conoscere meglio Matteo C. che ha una grande cultura oltre ad essere una fonte inesauribile di energia. Bruno e Claudio, campani di origine emiliani adottivi, perfettamente sincronizzati tra loro, organizzatissimi in tutto.

• Lo rifaresti?
Se penso solo alla meta del viaggo (CapoNord) probabilmente no, ma con la certezza di poter rivivere un viaggio con compagni di quel calibro ripartirei anche domani.

• Cosa cambieresti del tuo equipaggiamento?
Mi porterei un variatore di ricambio 😉 . Ho deciso di viaggiare con uno zaino con schienale rigido in spalla appoggiato sulla sella (nei rettilinei lunghi mi appoggiavo sullo zaino ed era veramente comodo). Lo zaino è stato la mia fortuna nei tratti misti, il mio incubo con il vento. Non so se cambierei la disposizione del bagaglio.

Un po’ di numeri
Km percorsi : 4200
Partecipanti all’evento : 52 equipaggi (arrivati molti meno)
Compagni di viaggio: 5, se conto anche il buon Serafino
Olio Miscela : 4,5 l
Litri Benzina : 225 l circa
Spesa per il viaggio: 1900 € che includono il costo carburante, alberghi, pranzi\cene, traghetti, esclusi il costo del viaggio in aereo di ritorno e le spese per recuperare il Rally, la quota di partecipazione RaidTribe.

Per ulteriori informazioni e per altre curiosità come ad esempio come ho preparato il mio mezzo
IL MIO MEZZO
www.raidtribe.com

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